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"Sergio Freggia: uno di noi, ma esagerato. Sicuramente un artista. Artista versatile e originale. La sua umanità colpisce e conquista. Il carisma uno ce l'ha o non ce l'ha. Don Abbondio non possedeva neppure un briciolo di coraggio. A Freggia non fanno difetto né cuore né fegato e neppure la capacità di raccontarsi. In questo libro si dipana il filo tortuoso di un'esistenza travagliata; si dispiega la trama sottile di una vita tutta in salita, controcorrente. Un'avventura che è sinonimo di una serie di avventure. Fino... Fino a una fine che non c'è. Non può esserci ancora. Il lettore sorbisce un cocktail dolce-amaro. Il mondo dell'autore, la città fumante sulle rovine della guerra, la miseria, le sofferenze, gli amori, i sogni, le speranze ed altro ancora. Un vortice di vicende in una sequenza da film neorealista. Con il comune denominatore di uno spirito ribelle, che non si arrende. E, senza volerlo, ci impartisce una lezione di inesauribile ottimismo." (dalla Presentazione di Pier Luigi Ara)