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Perché le nostre vite, a livello individuale come collettivo, sembrano oscillare continuamente tra situazioni di full immersion e momenti di "risveglio", talora anche brusco? Come mai i rapporti con tutto ciò che ci circonda sembrano essere ora importanti come l'aria che respiriamo, ora qualcosa di soffocante da cui liberarsi? In che modo ci facciamo un'idea e un'opinione di ciò che accade intorno a noi, ma anche un'immagine e un'impressione? Per quali ragioni - ancora - in certi momenti giungiamo a non poterne più del mondo in cui viviamo o della società in cui ci troviamo? Per rispondere a simili domande e - prima ancora - comprenderne il senso, questo studio fa dialogare filosofia, scienze della natura, antropologia, sociologia critica e pensiero economico attraverso il concetto di "immaginario sociale". Il problema generale che viene affrontato è quello della natura umana, concepita non in chiave sostantiva ed essenzialista, ma con attenzione al complesso di aspetti che il concetto di "natura" porta con sé e su cui la contemporaneità si interroga. Il percorso si divide in due parti. La prima si concentra sull'elaborazione dei presupposti antropologico-filosofici che fanno da sfondo alla seconda, delineando alcuni tratti fondamentali, a livello biologico come simbolico, della natura umana (quali apertura generica, mediatezza e relazionalità) e definendo l'importanza e le caratteristiche degli immaginari sociali. La seconda si rivolge all'applicazione di tutti questi elementi all'analisi della società contemporanea, occidentale ed europea in particolare, descrivendo criticamente alcuni tratti centrali della cosiddetta "società neoliberale", con particolare attenzione agli aspetti antropologico-filosofici.