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Le recenti e accese discussioni sulle annotazioni dei "Quaderni Neri" risalenti agli anni 1931-1941 hanno mostrato chiaramente in che misura la radicalità del pensiero di Heidegger sia in grado di condurre la ragione pubblica oltre i propri limiti. Da dove proviene questo pensare così selvaggio che rifugge volutamente ogni normalizzazione? Heidegger ha abbandonato ben presto la concezione comune della verità per una concezione ai suoi occhi più originaria: "la verità è, nella sua essenza, non-verità". Si profila qui un itinerario che la democrazia della ragione e le sue istituzioni possono considerare solo come un pericoloso errore. Adyton è l'inaccessibile, ove non è possibile entrare, è la parte più recondita del tempio dove si trovava la divinità. Peter Trawny mette proprio questo "inaccessibile" al centro del suo saggio su Heidegger, presentandocelo come un pensatore esoterico e politico, intento a sottrarsi con forza e coerenza ai discorsi della sfera pubblica. Nell'intimità del filosofare si scopre allora come la filosofia di Heidegger sia anche animata dall'esperienza esoterica.