Tab Article
La poliedrica personalità di Enrico Panzacchi, vissuto dal 1840 al 1904, e autore di alcune tra le più suggestive poesie del tempo e di opere in prosa, merita una nuova attenzione anche nel campo della critica letteraria. Dante, Manzoni, Leopardi, Galilei, Marino, il Tommaseo, il Giusti, il Capuana e il Fogazzaro costituirono il centro dei suoi interessi critici. Formatosi come poeta alla scuola del Carducci (i suoi Lyrica uscirono contemporaneamente alle Odi barbare del Carducci), il Panzacchi ebbe ben saldo il senso della tradizione poetica, entro un idealismo, che gradualmente si andava accostando alla considerazione della cultura contemporanea, impersonata soprattutto dal Capuana. Ma l'attenzione del critico andò anche al Fogazzaro, il cui Daniele Cortis era stato all'origine della svolta nella vita di Giulio Salvadori, causandone la conversione al cattolicesimo. Anzi, attraverso il carteggio con il Fogazzaro, consultato nella Biblioteca civica di Vicenza, e quello con il Carducci, rinvenuto presso la casa Carducci di Bologna, il profilo del Panzacchi scaturisce da una attenzione tutta particolare ai maestri della sua epoca, che ne condizionarono il pensiero critico e l'attività poetica. Parimenti, l'idealismo romantico-risorgimentale fu degno di attenzione da parte del Panzacchi, che nelle opere del Manzoni e del Leopardi lodò prima di tutto l'artista. Attento anche agli umori del giornalismo contemporaneo, Panzacchi si impose sullo scenario culturale coevo con la convinzione di un ritorno ai valori veri dell'arte, laddove il classicismo non andava confuso con un culto sterile della forma e dell'erudizione, ma come palestra di formazione morale e civile, e dunque entro un'apertura al futuro.