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Movimento non si nasce, lo si diventa. La fabbrica dell'orgoglio si propone come una storia del movimento LGBT in Italia, in particolare dal 1974 al 1985, sequenza storica cruciale per comprendere la svolta riformista del movimento, fino al progetto di una sua costituzione come progetto politico autonomo. Attraverso un'analisi delle politiche di movimento (liberazionista, istituzionalista, movimentista, civica e civile, ecc.), si mettono in luce le dinamiche di affiliazione e i regimi di appartenenza che hanno contribuito a "movimentare" lo spazio dell'attivismo omosessuale. Lo studio dei rapporti di forza e delle interazioni conflittuali tra i gruppi, i collettivi e le associazioni, del confronto e dello scontro tra diversi progetti e visioni della mobilitazione invita a una lettura multidimensionale delle modalità di produzione e di circolazione delle politiche dell'omosessualità. L'ipotesi centrale è che, lungi dal costituire la debolezza del movimento, la sua costitutiva dimensione conflittuale rappresenta il motore della fabbrica della mobilitazione. Massimo Prearo propone una genealogia di questo momento politico di trasformazione e di rifondazione dell'azione collettiva lesbica, gay, bisessuale e transgenere e pone dunque le basi di una riflessione sul divenire movimento della militanza LGBT.