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Il paese di San Giuliano è stato disegnato a tavolino, nei decenni centrali del Settecento, attorno ai "bagni di Pisa", le sorgenti termali note da secoli, ai piedi del monte famoso "per che i Pisan veder Lucca non ponno". Al posto delle rudimentali vasche esistenti, fu costruito uno stabilimento modernissimo e in funzione dello stabilimento fu progettato, per l'appunto, un paese destinato a fornire accoglienza e svago ai "forestieri" durante la 'stagione' delle acque. Le carte, ritrovate di recente, della R. Opera dei Bagni di San Giuliano, l'ente che deteneva la proprietà e la gestione del complesso, consentono di osservare nei particolari il funzionamento delle terme: l'assistenza ai "miserabili" e ai "poveri verecondi"; la presenza della minoranza ebraica; il gioco a carte nel Casino. Si ricostruisce il profilo di ben due secoli di storia, prestando sempre attenzione all'intreccio tra le vicende locali e i contesti più ampi. La figura del prof. Domenico Barduzzi, ad esempio, che fu per decenni "primo medico" a San Giuliano, va inquadrata nella tradizione accademica della medicina toscana e nella storia dell'Associazione Medica Italiana di Idrologia. A maggior ragione, l'evento che conclude la narrazione, ossia il passaggio delle terme di San Giuliano all'Istituto nazionale fascista per la previdenza sociale, è il tassello locale di un quadro nazionale, dello sviluppo del "termalismo sociale" durante il ventennio fascista.