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Il libro intende ricostruire le scelte politiche ed amministrative operate in Toscana dal 27 aprile 1859 al 21 marzo 1860 prima dal governo provvisorio di Peruzzi, che rimase in carica appena 15 giorni, e poi dal governo di Ricasoli. Sono undici mesi di "rivoluzione pacifica", che viene qui analizzata per la prima volta attraverso i provvedimenti adottati giorno per giorno in vari settori d'intervento (politica estera, legittimazione istituzionale, amministrazione, scuola e cultura, esercito, economia e finanza, lavori pubblici, rapporti fra stato e chiesa). Questo ambizioso piano politico, che era finalizzato alla formazione di uno stato italiano unitario sotto lo scettro costituzionale di Vittorio Emanuele II con conseguente realizzazione di un mercato nazionale, in cui collocare la Toscana nella salvaguardia di alcune sue tradizionali autonomie, doveva però fare i conti con i rapporti internazionali e con gli interessi delle grandi potenze. Risultò pertanto un periodo di difficile transizione, contrassegnato da speranze e delusioni, di cui furono protagonisti Ricasoli e altri moderati toscani che mostrarono grandi capacità nella gestione degli affari pubblici come esponenti di una classe dirigente matura e in grado di assumere responsabilità governative di alto profilo in un paese ancora dilaniato dalle fazioni per le scelte improvvide degli ultimi anni del granducato di Leopoldo II.