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Nel 1757 Georg Friedrich Meier pubblica ad Halle un compendio dal titolo Versuch einer allgemeinen Auslegungskunst. Il Versuch raccoglie gli appunti utilizzati da Meier nelle sue lezioni di ermeneutica che venivano dettati regolarmente ai suoi uditori. L'ermeneutica nella metà del Settecento risultava essere ancora una scienza in fieri; non a caso Meier parla di Versuch ovvero di un tentativo e non di un'opera sistematica. Tuttavia, nonostante si tratti di un compendio in cui prevalgono molto spesso buio ed aridità, come precisa lo stesso Meier nella prefazione all'opera, in esso viene elaborata un'interessante teoria ermeneutica. In base a tale teoria la cosiddetta Auslegungskunst non si rende necessaria soltanto nel momento in cui non comprendiamo interamente un discorso oppure uno scritto, così come avevano sostenuto, ad esempio, Chladenius, Thomasius e Wolff, ma anche per il fatto che per suo tramite siamo in grado di comprendere, seppur con differenti gradi di certezza, diversi generi di segno e dunque i vari aspetti della realtà a cui essi rimandano.