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Questo libro si pone due domande. Che cosa è il gioco? Che vuol dire giocare per l'uomo? Due questioni che vengono affrontate attraverso l'eredità clinica e teorica lasciata da Jacques Lacan senza dimenticare il contributo che Freud ci ha lasciato in alcune sue opere a proposito del gioco infantile. L'inconscio, dunque, che è strutturato come il linguaggio, presiede allo sviluppo del soggetto, ma l'esperienza clinica sta osservando oggi un progressivo annullamento del ludus stesso fino ad arrivare ad una totale sua assenza nelle attività ludico-sportive e nella vita quotidiana, in favore invece del prevalere dell'aspetto motorio e agonistico-competitivo. Con descrizioni approfondite di casi clinici e di esempi presi da varie esperienze quotidiane, questo libro cerca di dare una risposta a tali domande, mettendo sempre il lettore nelle condizioni di riflettere anche su se stesso, perché quello che viene presentato lo riguarda direttamente come soggetto giocato dall'Altro (famiglia e società). Nello stesso tempo, questo libro mostra come il soggetto, attraverso la psicoanalisi, utilizza il ludus come antidoto al disastro sociale che sta annullando la soggettività e il desiderio dell'uomo.