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Hannah Arendt afferma che "il nuovo appare [...] sempre alla stregua di un miracolo". È precisamente in questa formulazione che può essere iscritta la poetica di Saramago, il suo discorso di ricerca costantemente teso all'espressione dell'inatteso, del nuovo miracoloso che getta luce nuova su dati o giudizi ritenuti acquisiti. L'elemento irrealistico è sempre presente nei romanzi e racconti dello scrittore, ancorché calato in una rigorosa sintassi del reale: caverne, città del sole, monadi, falansteri, così come penisole distaccate dai continenti e morti intermittenti, sono proposte quali architetture razionalissime funzionali alla dimensione fortemente etica della sua narrativa. Il volume, dopo un breve excursus storico del fantastico e una panoramica teorica che ne mette a fuoco i termini, propone una disamina, nei romanzi saramaghiani, della presenza di elementi formali riferibili al modo fantastico, mettendone in luce la consistenza, le declinazioni e le divergenze rispetto agli standard correnti.