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Per non restare indifferente ai problemi posti dalle società tecnologicamente avanzate la filosofia ha bisogno di dare nuove figure al proprio compito critico. A questa sfida sembra rispondere la sensibilità "ricostruttiva" che caratterizza il pensiero di alcuni protagonisti dell'attuale panorama filosofico europeo, i quali non si lasciano irretire nel gergo della infinita decostruzione dei significati, né si limitano alla celebrazione delle differenze, ma si impegnano a elaborare un nuovo concetto di razionalità pubblica. La filosofia della comunicazione e l'"etica ricostruttiva" di Jean-Marc Ferry rappresentano bene questo sforzo di ripensare il progetto filosofico della modernità. In esse Ferry si impegna a risemantizzare il senso di alcune categorie centrali del moderno, a partire dalle questioni etiche e politiche poste dalla società contemporanea. Al centro della sua proposta filosofica vi è lo sforzo di concepire la "ricostruzione" come un vero e proprio principio in grado di contribuire alla ridefinizione del compito stesso della filosofia. Il presente studio affronta l'intero arco della produzione di Ferry a partire dal nesso tra comunicazione ed etica. Attraverso un dialogo tra il suo pensiero e le proposte di altri protagonisti del dibattito attuale, tra cui Habermas, Apel, Ricoeur, Rawls e Honneth, il libro tocca così alcuni dei temi più stimolanti della ricerca filosofica contemporanea.