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Il secondo dei due volumi da un lato si concentra sulle fasi più recenti, sui secoli XVIII-XIX, mentre dall'altro tenta di suggerire allargamenti di ricerca ad altri contesti, dallo stesso Stato Pontifico a cui appartenne anche Forlì (V. Curzi) alla Repubblica di Genova (M. Vazzoler), alla città di Udine (M. Mozzo e M. Visentin) e al Friuli in generale, fino alla Sicilia e a Siracusa in particolare (S. Adorno). Il filo rosso dei contrasti, assai attestati per il nostro paese, tra centro dominante e piccole indomite patrie, tra autorità centrale e Comuni, percorre la storia forlivese, riflettendosi su un piano ancora più complicato, quello dei rapporti con l'autorità ecclesiastica. L'applicazione dei primi importanti e organici testi di tutela elaborati dalle autorità ecclesiastiche è analizzata non più soltanto nel centro, ma anche nelle periferie e nelle più lontane propaggini dello Stato Pontificio (V. Curzi); la nascita delle prime vere e proprie istituzioni di tutela, pubblicamente decisa e accolta, come la Pinacoteca forlivese (F. Nanni), viene proiettata su uno sfondo cittadino colto in divenire, in cui si affermano i nuovi valori di igiene pubblica, di salubrità e luminosità, in nome dei quali si compiono anche azioni che per la nostra sensibilità sono contrarie al senso della tutela, come abbattimenti e distruzioni (F. Nanni e F. Rizzoli).