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La differenza è un tema classico degli studi degli ordinamenti giuridici e, per quelli sovrastatuali come quello europeo, una qualità costitutiva ineliminabile. La prospettiva di indagine che viene assunta da Fabio Giglioni è però particolare: la differenza - a dispetto di quel che può sembrare a prima vista e se ricomposta entro determinate condizioni - è un'occasione di integrazione nella misura in cui sappia conseguire obiettivi determinati dall'ordinamento europeo. Attraverso l'esame di tre casi, le tecniche di governo del nuovo secolo esplicitamente volte al coordinamento, gli aiuti di stato e i mercati pubblici, l'autore esamina principi, regole e procedimenti che consentono - una volta al livello europeo, una volta al livello nazionale - di condividere l'esercizio di funzioni, che sarebbero attribuite esclusivamente a uno dei due livelli, in ragione del fatto che la connessione con l'altro ordinamento, nella diversità, consente di conseguire interessi comuni europei. Emergono così metodi europei di coordinamento di interessi in cui la differenza è sfruttata per rafforzare le ragioni di unità dell'ordinamento europeo, quando le tecniche di governo tradizionali, quelle basate sull'armonizzazione o sulla neutralizzazione delle differenze, non sono sufficientemente efficaci per raggiungere pari gradi di utilità di interesse comune.