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"Los raros" (1896) costituisce un eloquente documento di quella svolta che concluse l'epoca romantica e inaugurò, in ambito americano e più generalmente ispanico, quella della modernità. I ventuno saggi raccolti nel volume danno la misura della formidabile operazione messa in atto da Rubén Darío per diffondere la nuova letteratura occidentale di fine secolo, soprattutto simbolista francese, con l'obiettivo di assimilarla e integrarla alla realtà culturale ispanoamericana. I raros del titolo sono gli scrittori che con la loro opera e la loro personalità sfidano la cultura e la letteratura dominanti; sono i marginali, i sovversivi, gli eccentrici che propongono una diversa sensibilità e nuovi modi di esprimerla. Tra gli autori trattati: Paul Verlaine, Lautréamont, Leconte de Lisle, Léon Bloy, Jean Moréas, Villiers de l'Isle-Adam, Ibsen, Poe, ancora quasi o del tutto sconosciuti in ambito americano.