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Il capolavoro di Giambattista Vico, i "Princìpi di scienza nuova d'intorno alla comune natura delle nazioni" (1744), è un'opera affascinante e ricchissima, che spazia attraverso i campi della metafisica e della religione, della società e della storia, del linguaggio e della poesia. Ma è un testo di non facile lettura già solo per la lingua in cui è scritto (un italiano oggi non immediatamente comprensibile) e poi perché tutt'altro che lineare nella struttura e nelle argomentazioni e invece stracarico di rimandi eruditi, oltretutto poco attendibili. Quest'introduzione si propone di aiutare il lettore a penetrare in tale opera "mostruosa", nella speranza di condurlo a provare almeno qualcosa di quel "divin piacere" che Vico prometteva a chi l'avesse compresa.