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Undici saggi su scrittrici migranti che scrivono in italiano nella complessità ibridata dell'oggi. Sono scritture di confine che si esprimono in termini di spazi, percorsi, orizzonti. Sono figur/azioni situate tra l'intimo e il globale che scompaginano logiche di potere, sfruttamento ed esclusione giocando fra lingue, immaginari e culture. Le parole migranti di Toni Maraini, Kaha Aden Mohamed, Gabriella Ghermandi, Assia Djebar, Suad Amiry, Ubah Ali Farah, Fabrizia Ramondino, Christiana De Caldas Brito, Gabriella Kuruvilla, Hélène Cixous, Fatou Diome, Jarmila Ockayovà, Agota Kristof e tante altre offrono percorsi affettivi e intellettivi aprendosi a conflitti, mediazioni, precarietà, ingiustizie e speranze. Evocano l'utopia di un mondo-mosaico fra storie incrociate condivise.