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L'analisi delle forme verbali di numerose varietà sarde, oltre a fornire una documentazione sulla complessità dello spazio linguistico della Sardegna, ci obbliga a ridiscutere l'idea di un sardo monolitico e arcaico o, anche, diviso tra dialetti "conservativi" e dialetti "innovanti". In realtà, per chi tenti di esaminare i dati senza preconcetti, la netta separazione di ciò che è senz'altro innovativo da quello che, invece, può essere definito "arcaico" risulta particolarmente ardua. I modelli innovanti possono essere recepiti e interiorizzati anche in territori impervi considerati erroneamente quasi impermeabili a qualunque innovazione. La molteplicità di soluzioni, l'accentuato polimorfismo, la singolarità di alcuni fenomeni di conservazione diventano spesso strumenti inconsapevoli con i quali i parlanti marcano l'identità comunitaria e stabiliscono confini tra comunità differenti. Oltre a ricostruire in diacronia la genesi delle forme verbali attestate nelle generazioni presenti (raccolte sul campo e frutto di anni di inchieste), il volume offre al lettore un'ulteriore, inconsueta, chiave interpretativa delle complesse dinamiche storico-linguistiche che hanno caratterizzato (e che in parte, ancora, caratterizzano) la Sardegna.