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Gabriel Sénac de Meilhan (1736-1803) merita di essere annoverato fra gli scrittori francesi più rappresentativi del periodo a cavallo fra XVIII e XIX secolo. Nella sua opera, infatti, si nota la coesistenza di forme ormai in declino (quali, per esempio, il romanzo epistolare e il conte philosophique) con tematiche e motivi che saranno propri del romanticismo. In particolare, il romanzo L'Émigré (1797) anticipa, sotto certi aspetti, il realismo ottocentesco. Alcune delle opinioni di Sénac sulla società e la cultura rivelano, inoltre, singolari analogie col pensiero di Stendhal. Infine, la sua analisi della Rivoluzione francese (affidata ad alcuni saggi e al romanzo) è condotta con una lucidità e un'obiettività decisamente rare in quegli anni. Nel presente volume si disegna quindi una figura intellettuale sostanzialmente coerente nella sua complessità, le cui contraddizioni rispecchiano i conflitti e le ambiguità di un'epoca drammatica e affascinante.