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Nella recente storia economica si sono susseguite diverse "rivoluzioni" che hanno, in vari modi, determinato discontinuità nel modo di produrre e nel tipo di beni prodotti. Schumpeter sosteneva, già nel 1939, che tali rivoluzioni fossero causate dall'innovazione che, attraverso l'azione propulsiva degli imprenditori, generava nuovi margini di profitto per le imprese innescando, tra esse, processi imitativi. Oggi più che mai l'innovazione, intesa come il risultato di un processo di apprendimento cumulativo, assume importanza fondamentale per la competitività in un mondo ineluttabilmente globale. In tale quadro si inserisce l'importante ruolo svolto dalle innovazioni tecnologiche connesse all'informazione e alla comunicazione (ICT) che, potenziando le capacità cognitive e formative degli individui, ampliano le opportunità di crescita per le imprese. Tuttavia, quando una tecnologia diventa una risorsa essenziale per raggiungere elevati livelli di produttività, allora la sua diffusione, se ineguale, può rappresentare un serio problema per la collettività, generando nuove forme di disuguaglianza (digital divide) che hanno ricadute sui connessi processi di apprendimento e innovazione. Tutti questi temi sono affrontati e discussi nel presente volume che coniuga un'approfondita analisi teorica ad una aggiornata disamina della situazione italiana.