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Scrivere di sé ha da essere esercizio severo. Non esternazione dei propri sentimenti, non delle proprie pene per il desiderato che è sfuggito, per l'irrealizzato di cui l'animo ancora trabocca. È sguardo sul mondo e su come lo si è rielaborato, cogliendo in esso umori, tensioni, progetti di un'epoca, rifratti in una coscienza. L'autobiografia vuol essere modello di quello sguardo e di questa rifrazione, una riproposizione dell'uno e dell'altra, nei quali il lettore possa riconoscersi, una traccia per rivivere la propria vita. La porta del privato si apre e quella scrittura diventa voce riconoscibile e amica. Cento Talleri di Verità è un racconto per eventi, quattordici. Ogni storia umana pienamente vissuta è incompiuta. Cento Talleri di verità è un esperimento di scrittura, di cui vengono rivelati gli schemi sintattici, retorici, stilistici, testuali e le forme narratologiche. Ogni capitolo-evento è corredato da un Contributo didattico che mette a disposizione del lettore alcuni ferri del mestiere, quelli che sono stati utilizzati e il cui risultato emerge nel testo. In questo formato e proposito il libro, nato e sperimentato nell'insegnamento, è un manuale per chi voglia scrivere, leggendo prima il mondo attraverso la propria coscienza del mondo.