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Se prevenire non è soltanto contenimento del disagio ma, soprattutto, promozione dell'agio - ossia del benessere psico-fisico dell'individuo all'interno della sua comunità di appartenenza - la scuola è certamente un terreno privilegiato per la conduzione di esperienze significative. Prevenire significa anche investire sul futuro delle persone, ma questo spesso comporta il differimento della "raccolta dei risultati" e purtroppo, anche nella scuola, i "committenti" sono raramente disposti ad investire senza la certezza di un riscontro immediato. A partire da queste considerazioni e dal confronto di due analoghe esperienze di prevenzione primaria e di educazione alla salute - condotte in due diversi contesti scolastici, a distanza di 15 anni l'una dall'altra - gli autori propongono una lucida, e talvolta spietata, analisi dei contenuti e delle valenze che caratterizzano la scuola di oggi ed i suoi attuali protagonisti. I presupposti teorici e le metodologie applicative delle due esperienze confrontate erano le medesime, ma gli esiti sono stati molto diversi: la perdita di senso è l'elemento dominante e sembra giustificare sia il grave impoverimento delle performance pedagogico-educative, sia l'involuzione dei processi relazionali nella scuola. Forse la valorizzazione di linguaggi vivi come il linguaggio potrebbe rivitalizzare quei processi comu annichiliti dal diffondersi della civiltà tecnologica.