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Tutti vanno dappertutto, ma l'Africa accoglie ogni anno lo stesso numero di visitatori che raggiungono la sola Italia. Il turismo africano ha dunque un grande avvenire, a fronte di altre aree del mondo più note e frequentate, ma ormai sature e massificate. Certo le ragioni di una vacanza africana sono fortissime: si va per capire, di là dai blob mediatici che sovrappongono una iperrealtà immaginaria stanca e seriale a una realtà locale fermentante e plurale; ma si va anche per emozionarsi, nell'incontro tra persone e luoghi che richiama il sentimento di un'intesa remota ed essenziale con la terra-madre; e si va, infine, per sferzare i sensi, compresi quelli dormienti, come l'odorato, frustrato dalle omologazioni olfattive, o il gusto, mortificato dalla standardizzazione dei sapori. E però questo Atlante, con l'incisività dell'argomentazione figurativa e del racconto cartografico, mostra come l'industria dell'ospitalità si possa concepire oggi solo nel segno della sostenibilità. Chiave di volta dello sviluppo del Continente, la straordinaria risorsa turistica africana reclama strategie di valorizzazione attente sia all'ambiente che all'integrità delle formazioni sociali, nel quadro di politiche pubbliche coerenti e consapevoli della posta in gioco.