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Gli studi raccolti in questo volume nascono da stimoli e occasioni diverse, ma condividono un unico obiettivo: ricostruire il percorso storico dell'antifascismo liberale e democratico dagli anni dell'instaurazione della dittatura al secondo dopoguerra. Il libro si apre con contributi che studiano l'antifascismo fra la fine degli anni '20 e i primi anni '30, negli anni della speranza di un prossimo e possibile recupero democratico, dell'auspicato esaurimento del fascismo e arriva fino al declino del peso politico, ma non ideale, dell'antifascismo democratico, nel dopoguerra. I liberali, gli azionisti, i repubblicani, i socialisti riformisti divennero allora, loro malgrado, terza forza, divisa e frantumata, eredi di un Risorgimento plurale nelle tradizioni, unito nei valori condivisi, ma spezzato dal ventennio fascista, in Italia e nell'esperienza fuoriuscita. Continuarono a lungo a tenere ferma la propria identità d'antica tradizione anche quando di assoluta minoranza. Cercarono, talora, di seguire una terza via che il contesto internazionale e interno della guerra fredda aveva relegato nel regno dell'utopia. Gli sconfitti della lunga guerra civile europea, iniziata con la grande guerra e conclusa con la caduta del muro di Berlino, mantennero vivo il ricordo di chi, come Amendola, Matteotti, De Bosis e Rosselli, era caduto per l'Italia del Risorgimento, per la realizzazione in Italia di uno stato unito, indipendente e laico.