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La cultura dell'innovazione disegnata dai grandi potentati finanziari e dalle sigle ricorrenti dei loro fedeli (WTO, FMI, Banca mondiale) non ha alcuna simpatia per il sapere complesso, né per i suoi approcci epistemologici ed ermeneutici. La questione formativa diviene oggi un fondamentale banco di prova per valutare le modalità di trasmissione del sapere scientifico, così come le implicazioni etiche che dovrebbero accompagnare un'autentica ricerca innovativa. Il testo, per ricercatori, docenti, e operatori sociali, ridisegna il mito contemporaneo dell'innovazione, per svelarne trappole retoriche e amare conseguenze. Ma apre anche la riflessione ai semi fecondi di un approccio scientifico ed educativo che progetta un'innovazione differente.