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La globalizzazione viene spesso rappresentata come un processo ineluttabile col quale, volenti o nolenti, bisogna fare i conti. Tuttavia, la tesi di questo libro è che la globalizzazione, nata nelle scienze sociali come metafora destinata a rappresentare i processi di crescente integrazione e interdipendenza che sembrano caratterizzare l'attuale fase dell'economia mondiale, vada piuttosto intesa come la bandiera ideologica di un progetto di analisi e gestione del mondo improntato a una nuova ortodossia economica di stampo conservatore o "neoliberista" che ha sostituito il consenso keynesiano del periodo postbellico.