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"Si fermò sul bordo della sponda del lago. Osservò il "suo" calar del sole, ora che anche il sole poteva avere una patria. Si immerse in quei tramonti lombardi che d'inverno corrono dietro a se stessi, per scomparire quasi sempre oltre le tende del loro teatro, tende intarsiate minuziosamente di nebbia e di nuvole, ma che quando possono mostrarsi sulla scena esplodono nella fantasia della loro vita e si fanno precedere dalla passerella spudorata e rilucente dei loro colori esorbitanti d'aurora. Si avviò verso casa, tirò fuori il breviario quasi come si fa con un fedele compagno di passeggiata..." (Dall'Epilogo, per la memoria dei Martiri di Belfiore e di Don Enrico Tazzoli e per un omaggio al loro futuro).