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Naipaul ricostruisce tre esemplari parabole umane, tra gli anni Cinquanta e Settanta del secolo scorso, che si traducono in altrettante variazioni sul potere in tutti i suoi toni, dal tragico al grottesco. La figura di Mobutu, dominus del Congo/Zaire, è un condensato di dissimulazione ideologica, con la sua capacità di perpetuare le leggi dispotiche del colonialismo belga sotto una sorta di «socialismo ancestrale» e di spacciare per «rivoluzione» maoista l'esercizio crudele della regalità. Michael de Freitas alias Michael X, sedicente attivista per i diritti civili, finito sulla forca per aver massacrato alcuni affiliati a Trinidad, è uno dei tanti riverberi farseschi dell'«Africa della diaspora»: un «uomo del Black Power senza potere e senza la pelle nera», che si impone come mito underground solo nell'Inghilterra «provinciale, ricca e sicura» in cui ha trascorso la giovinezza come pusher e magnaccia. La vicenda del regime peronista ha il suo contrappunto nella passione del popolo per Evita, aspirante attrice emersa dalla «cittadina più tetra della Pampa», e predestinata a eternare i suoi tratti fantasmatici e sensuali nella fissità dell'imbalsamazione, dopo la morte ad appena trentatré anni. E cornice ideale del trittico è il magistrale saggio su Joseph Conrad, vero corpo a corpo critico con lo scrittore che più di ogni altro ha segnato Naipaul, dove il personaggio chiave di «Cuore di tenebra» diventa la sintesi archetipica delle tre parabole che abbiamo attraversato.