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«Il bellissimo romanzo di Anna Maria Ortese è gremito di dèi. Non sono gli dèi che gli antichi ammiravano nei ricami del cielo; e neppure il Dio cristiano, che qui appare una volta sola -per escluderci da sé, e allontanarsi. Gli dèi del la Ortese abitano la terra: la terra dove noi viviamo, così piena di male, di dolore e di strazio, e che pure è, per chi la guardi con attenzione, una sorta di realtà "soprannaturale". Gli dèi abitano qui. Chissà che volti radiosi posse devano una volta: stelle, costellazioni; ora sono caduti come noi, e hanno preso la figura di ani mali, come il puma che attraversa questo libro, o di bambini che non crescono, o di folletti, o di iguane». (Pietro Citati)