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"Il carattere fondamentale del Principe è quello di non essere una trattazione sistematica ma un libro 'vivente', in cui l'ideologia politica e la scienza politica si fondono nella forma drammatica del 'mito'. Tra l'utopia e il trattato scolastico... il processo di formazione di una determinata volontà collettiva, per un determinato fine politico, viene rappresentato non attraverso disquisizioni e classificazioni pedantesche di principii e criteri di un metodo d'azione, ma come qualità, tratti caratteristici, doveri, necessità di una concreta persona... Anche la chiusa del Principe è legata a questo carattere 'mitico' del libro: dopo aver rappresentato il condottiero ideale, il Machiavelli con un passaggio di grande efficacia artistica, invoca il condottiero reale che storicamente lo impersoni: questa invocazione appassionata si riflette su tutto il libro conferendogli appunto il carattere drammatico." (Antonio Gramsci, "Quaderno 13", 1932). Introduzione di Michele Nobile. Con un testo di Carlo Cordiè.