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«Bruno Bruni aveva un padre ferroviere, emiliano d'origine, abituato dal mestiere a traslocare frequentemente da un luogo all'altro d'Italia; la madre proveniva dalle Romagne. I suoi fratelli erano nati in posti uno diverso dall'altro e a lui la sorte aveva assegnato nel '29 Santa Lucia d'Isonzo. La famiglia si era trasferita poi a Opicina sopra Trieste, quindi a Gorizia e nel '36 a Casarsa, dove il padre, divenuto capostazione, aveva potuto sistemarsi in forma più stabile. Per Bruno, Casarsa era destinata a divenire naturale tópos della propria identità e fondamentale ambiente di formazione. Il piccolo centro friulano era come immerso in una immutabilità agricola e linguistica e in una cristianità rigorosa e assoluta che mal si adattava alle inquietudini di un ragazzo proveniente da una famiglia di pensiero laico e di più vaste esperienze; ma presto si sarebbe trasformato in un "paese dell'anima" grazie alla presenza di un giovane intellettuale che aveva eletto lo stesso luogo a proprio "utero" letterario: Pier Paolo Pasolini.» (dall'Introduzione di Giuseppe Mariuz)