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Quantunque impalpabile, invisibile, incorruttibile, la luce possiede un peso. Il suo peso è in grado di scardinare il ristagno dell'oscurità, è in grado di disarmarlo. Il movimento della luce è infinito. Essa può ascendere e può precipitare. Quando precipita, essa acquisisce una materialità immateriale, il suo peso appunto. L'esistenza manifesta infatti, è un precipitato di luce, un precipitato d'eternità. In ogni forma il peso della luce cela i suoi segreti, in ogni essere cela il suo principio sostanziale. Vivere significa saper scoprire questo peso, lasciarlo respirare, saperlo sopportare. Lasciare che il suo fremito dilati il nostro cuore a dismisura, affinché il suo peso diventi il peso del nostro stesso cuore. E lasciare che esso ci sostanzi e ci fabbrichi un corpo adamantino in grado di condurci, anche in mezzo a mille miraggi, verso la sua origine.