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Nella sua opera "Addio Firenze, addio cielo divino!", che potremmo definire di memorialistica storica, l'autore offre uno spaccato delle vicende riguardanti l'Italia e la Toscana nel periodo compreso tra 1800 e 2000, servendosi, come angolo visuale, della vera e propria saga di una famiglia del ceto imprenditoriale ligure-toscano: i Vivaldi. Si tratta di un racconto che coniuga lo stile narrativo all'assoluto rigore documentario circa gli avvenimenti, ricostruiti in parte grazie alla tradizione orale, in parte consultando le carte conservate nel loro vasto archivio presso la Biblioteca Comunale di Pescia (Pistoia). L'interesse è rafforzato da una curiosa e ricca aneddotica, dalla rievocazione di panorami, atmosfere, usi e costumi che gli anziani non ricordano e i giovani non hanno mai conosciuto. Gli scenari macro e microstorici si mescolano e si sovrappongono con singolare equilibrio. Sono così descritti, sempre sulla base di aneddoti inediti, episodi decisivi del nostro passato, quali la cacciata del Granduca da Firenze, l'Unità d'Italia, le due guerre mondiali, la rinascita degli anni Cinquanta, il dramma dell'alluvione.