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Nuova Zelanda, Queenstown, 1893. L'arrivo del giovane forestiero alla locanda desta in Elaine un'insolita curiosità. Con quell'aria sgualcita, sporco e un paio di stivali robusti, William Martyn a prima vista sembra uno dei tanti cercatori d'oro decisi a far fortuna in quel luogo sperduto tra fiumi e montagne. Eppure la sua eleganza e lo sguardo che sbuca da sotto lo Stetson con finiture di cavallino rivelano un'agiatezza non comune. Basterà questo a far innamorare Elaine, dal temperamento vivace quanto la lucentezza dei suoi boccoli rossi. L'uomo sembra ricambiare, almeno finché in città non arriverà Kura, la cugina maori di Elaine, il cui fascino esotico e libertà di costumi metteranno in subbuglio l'anima e il corpo di William, ribelle irlandese in fuga. Ma Kura detesta la vita dei magnati della lana che l'attende nella tenuta della nonna Gwyneira sulla Piana di Canterbury; lei vuole diventare una diva dell'opera nei teatri d'Europa. Il suo sogno finirà per rovesciare la scacchiera dei destini di ciascuno, in una terra vergine percorsa da antiche melodie capaci di risvegliare poteri misteriosi e sovrannaturali. Che solo la saggezza maori sa domare. In un mondo in rapida trasformazione per l'arrivo delle prime ferrovie, del lavoro nelle miniere, della macchina da cucire, si snoda l'abile intreccio romanzesco che continua la saga "neozelandese" di Sarah Lark.