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Questo è il libro coraggioso di una donna di Firenze che ha avuto una vita bella, fortunata e dolorosa, difficile e gioiosa. Che è stata bambina, figlia di poeta ipocondriaco e di madre austroungarica, sorella di Carlo ragazzo complicato, innamorata sempre, da sola mai. Che a 20 anni è andata a Roma per amore e non è più tornata. Che ora è madre, artista e vedova insieme. Che ama la vita, e non si vergogna a spogliarsi degli strati vecchi e nuovi della sua esistenza. Come quando si sbucciano le cipolle: bagnano gli occhi di lacrime, ma li fanno più vivi e più belli. La bambina buona è cresciuta, ha riaperto la sua fabbrica di ricordi chiusa da tanto e ha ricominciato a produrre. Merce fantastica davvero, per ricreare quel mondo lì che non c'è più. Santificati dalla polvere del tempo, i personaggi e gli interpreti di questo teatro mettono in scena una commedia molto dolce e molto amara, fatta di lunghe estati calde e altrettanti inverni freddi, di primi giorni di scuola, di pensieri segreti e amori, di amicizie vere e fratellanze tradite. Di abbracci e di baci, di antenate folli come la Marchesa Casati Stampa e Olga, aspirante zia suicida. Con pudore, ironia e delicatezza, il passato entra nel presente e diventa nitido, a portata di mano.