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Questa è la storia di un grosso equivoco. Quando al posto di polizia di Villalta in Puglia arriva una lunga lettera del bidello Giovanni Sorgiaro, il commissario è prima irritato, poi perplesso. La confessione di un omicidio in forma scritta? Con tutti i pensieri che ha gli tocca pure di leggere un romanzo? Inframmezzando la lettura alla svogliata raccolta di indizi mancanti e bizzarre testimonianze, la polizia scoprirà una verità rovesciata: tra i due protagonisti della farsa-faida cominciata sui banchi di scuola l'assassino Giovanni, malmostoso, pigro, vittimista e succube di una madre inacidita, è da compatire molto più dell'assassinato, Lillino Garruso, volato giù da un ponte per un'unica colpa - aver sempre saputo prendere la vita con leggerezza. Rovesciato quindi anche il finale, che da drammatico vira in beffardo, anche se per Giovanni dei Topi non c'è lieto fine né redenzione: solo un'impossibile fuga da se stesso.