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Nel 1933 il presidente degli Stati Uniti, Theodore Roosvelt, si trovò a dover fronteggiare una crisi disastrosa, conseguenza diretta del crollo del 1929. Furono anni difficili e occuparsi di letteratura implicò un impegno sociale fino a quel momento sconosciuto. A questa nuova generazione apparteneva Steinbeck, che in questo romanzo narra la storia di uno sciopero di braccianti, del suo fallimento e di uomini che trasformano la propria disperazione in lotta per il riconoscimento dei propri diritti fondamentali. Pubblicato nel 1936 e tradotto in Italia da Eugenio Montale nel 1940, il romanzo riassume lo spirito di un'epoca, un'opera in cui viene presentata un'immagine atroce, scandalosa ma anche poetica del New Deal americano.