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"Per superare crisi creativa e guai fisici, il protagonista del libro (come del resto Waugh stesso) decide di intraprendere un lungo viaggio per mare. Solo che, imbarcato sulla Caliban, il nostro comincia a vivere strane avventure: allucinazioni? deliri? forse. In effetti, l'uomo ha un debole per gli alcolici e fa un certo abuso di sonniferi. Le avventure diventano sempre più bislacche: un gruppo di persone (esistenzialisti, probabilmente, oppure psicoanalisti, o magari giornalisti - insomma gentaglia) non fa altro che tormentarlo giorno e notte, accusandolo delle peggiori nefandezze, molte delle quali a sfondo sessuale. Chiaramente, si tratta di un complotto ai suoi danni, e può coinvolgere chiunque: dall'ignaro vicino di cabina al comandante stesso della Caliban. Waugh, con 'La prova di Gilbert Pinfold', si reinventa di sana pianta, uscendo tanto dal seminato dei suoi primi lavori più scopertamente umoristici, quanto da quelli di ispirazione 'seria', come 'Ritorno a Brideshead' - ennesimo paradosso di un uomo che amava pensarsi come un conservatore, non essendolo affatto." (dalla prefazione di Mario Fortunato)