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Secondo l'autrice, l'intero Occidente si fonda su un principio primo di sopraffazione dato per scontato, considerato normale: quello, assoluto, che si esercita sugli animali. Il successo, la ricchezza, sarebbero indissolubilmente vincolati allo spregiudicato commercio di vite che prende la forma ora dell'allevamento sregolato, ora del massacro e dello sfruttamento di creature che non siano l'uomo, nonché dell'utilizzo dei loro cadaveri. In queste pagine Margherita D'Amico racconta una serie di storie (in genere senza lieto fine) che illustrano alla perfezione il rapporto di crudele sfruttamento e di colpevole ignoranza che lega l'uomo agli animali nell'Italia e nell'Europa di oggi.