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La semiotica si è definita in questi anni attraverso una serie di prese di posizioni condivise: il testo come modello di qualsiasi interpretazione, l'idea che il senso si dia sempre per opposizione a qualcos'altro, la convinzione che ogni atto semiotico possa essere visto come un'enunciazione. Poco a poco, però, in questo modo, la semiotica ha perso la sua vocazione filosofica (fin dall'inizio affermata invece da Eco, ispiratore di questo libro), avvicinandosi via via alla sociologia, all'antropologia, al marketing e, più in generale, alle scienze sociali. Questo libro vuole riaffermare la natura filosofica della semiotica, tornando a riflettere in modo inedito ed apertamente polemico su alcune categorie centrali della semiotica: quella di valore, di enunciazione, di differenza, di relazione, denunciando una serie di dimenticanze della teoria più diffusa e reinterpretando in modo originale l'approccio strutturalista.