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Chiunque, se interrogato su quale sia il dono che più ardentemente vorrebbe un giorno ricevere dagli Dèi, risponderebbe: "Un po' di serenità." Eppure la natura di tale stato d'animo è quanto mai misteriosa: tutti la desiderano, ma forse nessuno sa bene di cosa si tratti. Nulla a che fare con felicità, gioia, soddisfazione, contentezza: esperienze destinate alla radicale inafferrabilità dell'attimo fuggente così ben tematizzato da Orazio. Il sentimento qui interrogato riguarda l'eterno; un eterno perfettamente "immanente", però; che non osa strapparci via dal giogo della temporalità, e incantarci con la favola di una salvezza sempre di là da venire: che non va confusa con quanto vanamente promesso da troppe utopie, sia laiche che religiose.