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Parafrasando l'incipit di un noto romanzo, tutte le storie d'amore felici si somigliano, ma ogni storia d'amore infelice lo è a modo suo. Si può considerare questa una verità assoluta? L'autrice, una giovane psicoterapeuta che davanti alla fine della propria relazione sentimentale non si è lasciata abbattere ma ha messo a frutto i suoi studi e le esperienze professionali, ci mostra come proprio no, una storia d'amore finita non è un fallimento personale. E in questo volume propositivo e ironico rivendica, contro tanti pregiudizi, la dignità dell'essere lasciati e mostra le tante potenzialità che ne scaturiscono. "Amore che vai..." è una sorta di compagno di viaggio verso la rinascita e la riscoperta di sé dopo la crisi di identità che accompagna quasi sempre una rottura sentimentale. Quattro capitoli, da leggere come fossero pagine di un diario, si alternano a parti più propriamente operative, nelle quali lettori e lettrici (perché le delusioni amorose non conoscono sesso né età) sono spronati a reagire, per esempio svolgendo facili compiti pratici, come scattare una fotografia o annotare dei pensieri attraverso i quali dare una lettura di sé, dei propri bisogni e delle proprie paure in questo momento di passaggio della vita. Un esercizio da ripetere nel tempo, un segno concreto dell'evoluzione personale.