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Il razzismo è un fenomeno strutturale e quotidiano, che ci spinge a ripensare il tipo di società che vogliamo. Studiare il razzismo sociologicamente permette di imparare a riconoscere le discriminazioni e i privilegi nascosti nella vita quotidiana, a nominare la violenza, a interpretare gli stretti legami tra rappresentazioni mediali dei migranti in Europa e pratiche politiche razziste. Il libro ricostruisce la sociologia del razzismo dei pionieri - valorizzando i contributi di W. E. B. Du Bois e Anna Julia Cooper - per poi arrivare al dibattito contemporaneo e riflettere sui processi di razzializzazione, sull'importanza della cultura come luogo di lotta, sugli approcci femministi materialisti e intersezionali, sulle prospettive post o decoloniali e sulla costruzione della "bianchezza". Particolare attenzione è dedicata alla riproduzione e alla contestazione delle gerarchie razziali. Ad esempio, il volume mostra come l'educazione assimilazionista sia opprimente e anche come l'istruzione possa diventare un mezzo di emancipazione sociale e culturale. Inoltre, viene messa in luce l'importanza della dimensione spaziale del razzismo, in particolare analizzando il caso del movimento svedese antirazzista di giustizia urbana. Infine, viene discussa la relazione intima tra capitalismo e razzismo. Il testo si rivolge a chiunque intenda fare ricerca sociale (in particolare qualitativa/visuale) sui razzismi e anche alla società civile interessata a conoscerli.