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La videoarte, nata alla fine degli anni Cinquanta del Novecento e cresciuta nell'intreccio con arti e media, per lungo tempo poco conosciuta e poco esplorata anche per la sua felice inafferrabilità disciplinare, richiede e merita una rilettura dei suoi aspetti più vitali, delle sue domande ancora aperte, delle sue intuizioni di futuro. Ha anticipato le narrazioni anomale del cinema attuale, indicato nuove strade per la parola e la musica, vissuto in modo giocoso e curioso la tecnologia, rielaborato il teatro, la poesia e la pittura, ripensato la TV, creato modalità di fruizione partecipata, inventato effetti, diversificato gli schermi. Ha elaborato estetiche complesse e un complesso discorso sul mondo. Oggi è diffusa, oggetto di mostre, pubblicazioni e riconoscimenti importanti ma la sua lezione è rintracciabile anche in tanti aspetti delle rapide mutazioni audio-visive e dello spettatore. Il libro ripensa la videoarte in un percorso storico, teorico e critico ricco di esperienze, riferimenti ed esempi, che parte dalle origini per arrivare alla contemporaneità attraverso snodi e temi cruciali. Ne rintraccia il contributo pionieristico alla comprensione e alla critica del panorama mediatico, ne illumina il percorso eretico e visionario quanto istruttivo e anticipatorio, la lezione artistica e di conoscenza.