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Roma, luglio 1847. Sui muri della città compaiono i nomi di alcuni presunti congiurati: la voce pubblica denuncia la tenebrosa trama di una gigantesca cospirazione contro il papa e il popolo romano. L'opinione pubblica italiana ed europea si interroga a lungo sulla verità o falsità della grande congiura, senza riuscire a risolvere davvero il dilemma. Il ricordo di quell'evento abiterà ancora a lungo le menti degli uomini del Risorgimento. Chi erano gli accusati? Perché complottavano? Ed esisteva davvero un complotto? Un evento finora trascurato dalla storiografia, ma intensamente rielaborato dagli attori del tempo, diventa così l'occasione di ripensare a una pratica sociale largamente diffusa nella cultura occidentale. Attraverso il racconto della grande congiura il libro esplora i meccanismi di funzionamento e gli effetti concreti di un'accusa di complotto nel nuovo contesto della politica moderna. Veri o falsi, i complotti sono prima di tutto immaginati. E l'immaginazione può diventare realtà.