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Una delle lezioni più durature di Leonardo Sciascia è quella di essersi impegnato in prima persona, con le sue aguzze battute e con il suo esempio umano, nella riabilitazione del ruolo intellettuale e civile dell'insegnante agli occhi della società italiana. Maestro di scuola elementare dal 1949 al 1957, Sciascia non amerà mai essere definito "intellettuale"; al contrario, rivendicherà sempre il titolo di «maestro con la emme minuscola», e di fatto esordirà su scala nazionale scrivendo proprio della sua esperienza fra i banchi. A trent'anni dalla morte dell'autore, però, di questa parte della sua attività resistono solo lo stereotipo giornalistico del «maestro svogliato» e il pregiudizio accademico che vede nella didattica un marginale mezzo di sussistenza del letterato. Il volume li smonta entrambi risalendo ai documenti scolastici e invitandoci a rileggere i registri di classe del maestro Leonardo: un sismografo prezioso per misurare le profondità della quotidianità didattica sciasciana, ma anche il contenitore di un inedito avantesto delle Cronache scolastiche. Il libro recupera, inoltre, alcuni articoli pedagogici dispersi degli anni Cinquanta e la memoria di un'antologia per la scuola media realizzata dallo scrittore negli anni Ottanta.