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Il libro ricostruisce le posizioni di Bottai e dell'ambiente intellettuale a lui legato di fronte al nazionalsocialismo e al Terzo Reich nel ventennio intercorso tra la fondazione della rivista "Critica fascista" e il crollo del regime mussoliniano. Soprattutto dopo l'avvento di Hitler al potere, Bottai seguì con grande attenzione l'evoluzione dei rapporti italo-tedeschi e, una volta costituito l'Asse Roma-Berlino, non fece mancare il suo consenso alla svolta filogermanica del fascismo italiano, adoperandosi con grande impegno per rafforzare l'intesa politico-culturale tra le potenze alleate. Fu spinto solo da opportunismo o si piegò alla ragion di Stato? Per intendere le motivazioni dell'allineamento bottaiano alla politica filotedesca di Mussolini occorre approfondire l'impatto dell'esperienza nazionalsocialista sulla cerchia intellettuale che si raccoglieva attorno al gerarca, nella quale si sviluppò una riflessione intensa e articolata sulla Germania tra le due guerre, che non è lecito trascurare se si vogliono comprendere i rapporti - mutevoli e complessi - tra il fascismo italiano e il nazionalsocialismo tedesco.