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Il libro indaga la ricezione della figura e dell'opera di Dante Alighieri a Firenze fra il 1350 e il 1481. Attraverso l'analisi del formarsi di un'identità culturale municipale e dei legami fra l'Alighieri e i suoi lettori fiorentini più importanti, da Giovanni Boccaccio a Cristoforo Landino, il volume spiega come e perché tanto i detrattori quanto gli appassionati di Dante ne sfruttarono l'eredità a fini ideologici, linguistici, culturali e politici. Una particolare attenzione è riservata all'influenza che Dante esercitò su autori quali Boccaccio e Petrarca, sugli umanisti, sull'identità civica di Firenze e sulla cultura "popolare", di più ampia fruizione presso larghi strati della società.