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"Paesaggi di parole": così Toti Scialoja, uno dei maggiori rappresentanti della scena culturale italiana del secondo Novecento, aveva definito le funamboliche poesie del "senso perso" da lui stesso illustrate al principio degli anni Settanta. Ma sotto il segno del rapporto tra sguardo e visione, tra parole e immagini, è da leggere l'intero corso della sua attività. Parole che danno vita alle immagini, o le commentano svelandone aspetti inattesi; immagini che fanno capolino nello spazio della pagina o in quello della scena, rinnovando i termini della sempre ambigua relazione tra verbale e visivo: Scialoja è stato un maestro nel confrontarsi con i molteplici linguaggi dell'arte. Spesso ricondotta all'etichetta dell'eccentricità, o al più del doppio mestiere, la vocazione intimamente intermediale di Scialoja - poeta, pittore, scenografo, critico d'arte - viene ricostruita nel volume attraverso l'analisi di materiali d'archivio, scritti e testimonianze visive all'incrocio tra diverse forme espressive.