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Il volume si apre con un saggio introduttivo teso a presentare al lettore, situandoli nel loro naturale contesto, cinque testi teatrali che Montinaro ha ritrovato. Attraverso l'analisi di questi testi e delle opere di illustri medici, filosofi, naturalisti e viaggiatori, l'autore giunge ad una visione antropologica del fenomeno nuova e affascinante. In un continuo rovesciamento di prospettive, quasi fossimo in una sala degli specchi, passando dalla realtà alla rappresentazione, dalla finzione alla simulazione, si giunge a mettere in crisi il già saputo su un fenomeno tanto affascinante quanto misterioso e inquietante. Autori dei testi teatrali sono i grandi scrittori del passato Pedro Calderón de la Barca, Luis Vélez de Guevara, Francesco Albergati Capacelli, M. Clément... ed Eugène Scribe. Così, mentre gli uomini di scienza si interrogavano sull'essenza del tarantismo e sulle cure per guarire da questa malattia, nei più importanti teatri d'Europa ci si dilettava e si rideva seguendo le vicende dei tarantati, veri o falsi che fossero, messi in scena in spettacoli di prosa e in acclamati balletti con star internazionali.