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Che cosa sappiamo della vita affettiva nel Medioevo? Si tratta di un tema a lungo trascurato, eppure documentato da numerose fonti: la letteratura profana e quella religiosa, l'iconografia, le cronache, ma anche la teologia e la medicina ci offrono mille indizi sul ruolo delle emozioni nella vita sociale. Dall'ira di un signore all'indignazione del popolino, dall'entusiasmo dei crociati alla paura dei cittadini di fronte alla guerra o alla peste che si avvicina, l'emozione non è l'espressione di una confusione degli spiriti né di uno sconvolgimento delle regole sociali. Le varie manifestazioni di gioia e di dolore, vergogna e amicizia, per quanto proprie di tutta l'umanità, esprimono significati comprensibili solo nel loro contesto. È nel corso del Medioevo che un modello cristiano d'affettività, elaborato su piccola scala negli ambienti monastici, si espande e penetra nella società interagendo con altri modelli preesistenti o in formazione, come quello della cultura cortese.